Abbattitori di fuliggine automatici con funzionamento ad acqua

Abbattitori di fuliggine automatici con funzionamento ad acqua, i unici con emissioni zero.
Prodotti da LE.AR INVENZIONI una delle piu' grandi ditte di produzione degli abbattitori di fuliggine,
nel suo parco macchine ci sono abbattitori di tutte le dimensioni e per tutte le tipologie di forni,

NUOVI ABBATTITORI DI FUMI E FULIGGINE


Nuovi abbattitori di fumi e fuliggine

E' in commercio una nuova linea di abbattitori di fuliggine o per meglio dire i unici abbattitori di fumi e fuliggine, per il trattamento di tutte particelle sospese nel aria, con efficacia straordinaria.
Sonno i più potenti abbattitori di fumi e fuliggine mai realizzati, con trattamento ad acqua,
Linea rivoluzionaria con possibilità di inserimento anche nei spazzi più angusti, consumi dai più bassi delle categorie rispettive.
Il più basso emissione mai raggiunto, fuliggine zero
lo abbiamo nominato il prodotto del anno per il trattamento della fuliggine fumi

La fuliggine responsabile di danni alla salute e dei mutamenti climatici

La fuliggine responsabile di danni alla salute e dei mutamenti climatici
Image showing how the sun reflects off the Earth's surface.
Mentre tutti parlano di anidride carbonica, o CO2, come responsabile del cambiamento climatico globale in corso, ci potrebbe essere un altro importante responsabile di questo fenomeno che, fino ad ora, è stato fortemente sottovalutato. Si tratta della fuliggine, le cui particelle di carbonio incombuste in realtà danneggiano l’ambiente più di quanto pensato.Uno studio climatico svolto dalla NASA ha mostrato come grandi quantità di fuliggine e di altri inquinanti potrebbero la causa delle variazioni di precipitazioni e temperatura della Cina ed essere responsabili dell’aumento delle inondazioni e delle siccità avvenuto negli ultimi decenni. Finora si sapeva con certezza che la fuliggine fa molto male alla salute, nella sola Asia 400.000 donne e bambini muoiono ogni anno per aver respirato questi fumi in casa e l’Asia è responsabile del trenta percento della fuliggine emessa nel mondo, mentre quelli industrializzati, Europa in testa, soprattutto attraverso i motori diesel , sono responsabili di un altro quarto delle emissioni.

Uno specifico studio condotto da scienziati tedeschi e italiani ha suscitato il timore che le particelle prodotte dai motori diesel a basse emissioni possano essere addirittura più dannose per la salute umana di quelle dei motori più vecchi. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati on line dalla rivista «Environmental Science & Technology» dell’American Chemical Society (ACS).

Fuliggine e le Problematiche alla salute

Fuliggine e le Problematiche ambientali e connesse alla salute

Image of clean ice being hit by the sun's rays. Image of ice with soot on it being hit by the sun's rays.
In base agli studi più recenti si può affermare che il particolato carbonioso può essere considerato dannoso sia per l'ambiente che per la salute umana.

In quanto sottoprodotto di praticamente quasi tutti processi di combustione (sebbene con una grande variabilità di forme e quantità prodotte), esso è un componente "abituale" dell'atmosfera, in particolare delle zone a maggiore urbanizzazione. Tali particelle, inoltre, costituiscono lo "scheletro" attorno al quale si coagula e si forma lo smog delle aree urbane; è da considerare inoltre che la dimensione tipica di tale particolato (dell'ordine del micron) lo pone al di sotto della "soglia di inalabilità", convenzionalmente posta a 10 μm (PM10), rivelandole così anche come causa di disturbi degli apparati cardiovascolare e respiratorio .

Il nerofumo è inoltre (insieme all'amianto) al centro di una battaglia a favore dell'ambiente e della salute condotta da diversi enti, atta a informare il pubblico che ha a che fare con queste sostanze dei rischi che corre e ad ridurre il più possibile il loro utilizzo.

Tale particolato, infine, contiene, nella propria struttura un gran numero di composti organici (come ad esempio i PAH fortemente indiziati di contenere agenti cancerogeni), ed è stata ormai evidenziata in molte ricerche una stretta relazione tra inquinamento ambientale da particolato carbonioso e morti per cancro.

Tale pericolosità si traduce ovviamente nell'esistenza accertata di malattie professionali collegate all'esposizione e al contatto con il nerofumo di lavoratori dell'industria della produzione, del trasporto e dell'utilizzo di tale sostanza. In particolare, è stata accertata in diverse ricerche epidemiologiche (ad esempio uno studio epidemiologico sui lavoratori portuali di Genova, a cura dell'INAIL e dell'IST ) una stretta correlazione tra esposizione cutanea al nerofumo e una maggiore incidenza del normale di tumori alla vescica.
Problematiche tecnologiche

La formazione di particolato carbonioso è un sottoprodotto "indesiderato" praticamente in quasi tutti i processi di combustione; in particolare perché, ove questo residuo solido non venga successivamente combusto, esso può andare ad ostruire i condotti di scarico delle camere di combustione depositandosi sulle pareti meno calde. Inoltre tale residuo può contenere composti corrosivi pericolosi per le superfici.

Tali problematiche diventano critiche nei motori a getto, in cui il particolato non combusto, trascinato dal flusso ad alta velocità in uscita dal combustore, diviene uno dei responsabili dell'usura della palettatura di turbina.

Le particelle di soot risultano inoltre indesiderate anche in camera di combustione (e in particolare nei combustori di tipo aeronautico) in quanto hanno la capacità di accrescere di molto il flusso radiativo di calore dalla zona della fiamma verso le pareti del combustore. A pressione atmosferica queste particelle emettono infatti soprattutto nello spettro di radiazione visibile ("radiazione luminosa"); e al crescere della pressione tale radiazione cresce in intensità, mentre la radiazione dovuta ai gas caldi combusti (H2O e CO2) diviene meno pronunciata. Agli alti livelli di pressione delle moderne turbine a gas le particelle di soot raggiungono dimensioni e concentrazione sufficienti per emettere come un corpo nero nella regione infrarossa e la fiamma stessa è dunque caratterizzata dalla predominanza di tale radiazione.

In pratica, dal punto di vista "tecnologico" il particolato carbonioso risulta "problematico" non solo nella fase di emissione, ma anche durante la stessa fase di formazione, anche se seguita da conseguente ossidazione.

È interessante notare che, storicamente, i primi studi per limitare l'emissione del particolato carbonioso furono fatti proprio nel campo dell'aeronautica militare, in quanto le scie di soot costituivano una "traccia" facilmente visibile per i radar nemici.

Combustibile dei camini

Come combustibile si usa il legno di ogni genere. La preferenza andrebbe ai legni duri stagionati almeno 2 anni, mentre sarebbero da evitare i legni resinosi (pino, larice e aghiformi in genere), la cui elevata percentuale di resina non riesce a bruciare completamente (per specifici fenomeni chimici nel complesso e articolato processo della combustione), e quindi esce nella massa dei fumi di scarico per poi condensare aderendo progressivamente alle superfici dei condotti, rendendo difficoltoso anche il regolare intervento di pulizia dei canali da fumo e della canna fumaria, favorendo altresì l'incendio dei depositi di fuliggine e di creosoto con gravi rischi per l'edificio qualora i condotti fumo e il camino non fossero fatti a regola d'arte (materiali resistenti agli incendi, coibentazione termica, distanze da materiali combustibili, mancanza di adeguati isolanti ignifughi,mancata proporzione geometrica tra le parti,ecc.). Si ricorda, che affinché avvenga la combustione del legno, è necessaria una grande quantità di aria (il comburente) senza la quale la combustione stessa non potrà mai avvenire.

Negli ultimi anni è stato inventato anche il camino che usa il pellet, una vera e propria stufa a fuoco continuo e costante, simile ad un caminetto chiuso, con un serbatoio che contiene il pellet che, convogliato da un meccanismo a vite senza fine, arriva con regolarità nel braciere per bruciare e produrre calore. L'effetto visivo di questo tipo di fuoco è sensibilmente diverso da quello scoppiettante a legna, pertanto non è da tutti gradito.
Al pari degli elettrodomestici di ultima generazione, come forni a microonde e lavatrici, anche i termocamini a pellet, perlomeno i modelli più sofisticati, sono gestiti da un microprocessore; pertanto, disponendo di una linea telefonica, è possibile accenderli anche da lontano con una chiamata al telefono.
Per la corretta installazione di un camino, come anche di stufe e barbecue con potenza inferiore a 35 kW, può essere utile visionare le normative di legge contenute nella UNI 10638 pubblicata nel 1998 e sottoposta a revisione nel novembre 2005 (comunque non obbligatorie). Oltre a fornire indicazioni sui materiali più adatti da impiegare, indica le caratteristiche dimensionali del condotto di dispersione dei fumi e della presa d'aria esterna al locale, indispensabile per la sicurezza, ma soprattutto per il buon funzionamento del camino.

Camino a camera aperta


Questo è il camino tradizionale come lo si vede in ogni film o su ogni pubblicazione storica. Il fronte del focolare, o braciere, è aperto verso il locale da riscaldare, libero di diffondere direttamente il calore della fiamma nel locale. Il funzionamento è del tutto simile ai caminetti in uso da sempre, salvo accorgimenti tecnici volti ad ottenere la massima efficienza, ovvero convogliare più calore possibile nell'ambiente, limitando al minimo quello che se ne fuoriesce dal comignolo esterno; questo obiettivo si ottiene sia con accurati calcoli nel dimensionamento della bocca del focolare,della canna di scarico,del comignolo e della presa d'aria, sia adottando specifici materiali termici riflettenti e/o isolanti.

Il camino aperto tradizionale può dirsi funzionante quando vi sia il "tiraggio", ossia quando evacua senza problemi i fumi che si producono durante la combustione. Il buon funzionamento dipende da precise leggi fisiche, non attenendosi a queste,nella costruzione si rischia di comprometterne il funzionamento: sono molto frequenti i casi in cui un caminetto non può essere acceso, in quanto le irrespirabili esalazioni invadono la stanza che ospita il manufatto. Ricercando su internet esistono alcune, poche, pubblicazioni che aiutano a costruire caminetti funzionanti, dimensionando in maniera corretta i vari elementi che compongono tale elemento architettonico.

Il camino


Il camino, detto anche fuoco o caminetto, è stato praticamente il primo metodo di riscaldamento di un'abitazione, infatti se si visita un qualsiasi castello, rocca o abitazione molto vecchia, in quasi ogni stanza se ne trova uno. Viene fatto in moltissime dimensioni e grandezze, con forme e materiali diversi. Sono costruiti in una parete o in angolo della stanza, dove vi è una canna fumaria, necessaria a convogliare il fumo prodotto dalla combustione, alla parte superiore terminale di uscita del camino: questo sistema fu inventato dai Normanni in quanto fino ad allora il fuoco veniva fatto bruciare all'interno delle abitazioni in un'apposita stanza, ad esempio l'atrio (da ater, annerito). Attualmente, la tecnologia del camino proposta da innumerevoli produttori internazionali, offre soluzioni già pronte, sia per il camino a camera aperta, sia a camera chiusa.

Il camino può assumere anche una particolare valenza artistica e architettonica sia nella sua parte terminale come nell'esempio del Palazzo delle Contesse di Mel, sia all'interno dei locali che lo ospitano. Dal XIII secolo si realizzarono dapprima in Francia e poi in Spagna camini con valenza artistica che raggiunsero apici di qualità con il camino di Faenza attribuito a Donatello.